Letra de Stefano Benni
E’ nel pavimento lavato dove brillano
I pesci d’oro delle scarpe nuove
E’ nel sudore sulla fronte del violinista
E’ nel Cupido dal dente cariato
che fa sedere le coppie, aspettando la mancia
E’ nel bicchiere di Tempranillo
dove lui desidera lei, attraverso un rosso inferno
E’ nella segatura ben sparsa,
perché nessuna lacrima vada persa
E’ nel primo sopraggiungere del tango
E’ nella notte curiosa dietro la porta chiusa
Ma se non ti tengo tra le braccia
Tutto questo è una cartolina odorosa
Per un barbiere che dorme
Per un barbiere che sogna
E’ nella dama piccola che si appoggia
Al cavaliere come a un parapetto di balcone
E guarda ombre di passi passare
In un fiume di neon e di fumo
nel suo grande music-hall personale
E’ nel sorriso dello scemo che non può ballare
ma dentro di sé conquista e seduce
La bionda triste, con l’uomo al fianco
che parla di sacchi di caffè, e non ama il tango
E’ nel gesto di Carlos che spalanca
Il bandoneon, come Mosè che apre il mare
E’ nel frusciare di una gonna, in un attimo di silenzio
E’ nell’odore di rosa, calzini ed assenzio
Ma se non ti bacio come si baciano i ragazzi
Tutto questo è nostalgia, per un mare dipinto
Per un marinaio senza più nave
Per un marinaio senza più vento
E’ nella tosse roca del ballerino migliore
Che indossa la morte, come un abito ben fatto
E nella vecchia coppia che danza
«Enganadora» per la millesima volta
E’ nella vecchia ferita da coltello
il giorno che qualcuno difese qualcuna
Nelle risate troppo forti e smargiasse
Nelle farfalle che si uccidono sulle lampade rosse
E’ nella grazia e nell’arroganza
Di questo contrappunto, che ci trascina
nei campi di luna, oltre la porta
Ma se non mi sei vicina, amore
Tutto questo è uno spartito vecchio
Dentro una vecchia valigia di carta
Dentro una vecchia valigia sporca